Mentre la maggior parte degli imprenditori italiani si interroga ancora su quando e come adottare l’intelligenza artificiale, Alessandro Ciciarelli sta già osservando gli effetti di una trasformazione che definisce “irreversibile”. Il giovane fondatore di IntelligenzaArtificialeItalia.net, considerato uno dei migliori esperti di IA sul territorio italiano e pioniere dell’integrazione di queste tecnologie dal 2017, ha una visione netta di ciò che sta accadendo nel tessuto produttivo del Paese.
“L’intelligenza artificiale non è più una tecnologia emergente“, afferma con la sicurezza di chi ha attraversato tutte le fasi di questa rivoluzione. “È diventata il filtro invisibile che separa le aziende destinate a prosperare da quelle condannate all’irrilevanza”.
La metafora del filtro non è casuale. Come ogni grande rivoluzione tecnologica, l’IA sta operando una selezione silenziosa ma implacabile nel panorama imprenditoriale italiano. Da una parte emergono le imprese che hanno compreso la portata strategica del cambiamento e stanno costruendo competenze proprietarie. Dall’altra, quelle che persistono nel considerare l’intelligenza artificiale una moda passeggera o, nel migliore dei casi, uno strumento da acquistare “quando ne avranno il tempo“.
“È la stessa dinamica che abbiamo vissuto con la digitalizzazione”, spiega Ciciarelli, l’accelerazione è esponenziale, non lineare” ma stavolta Ciò che distingue l’IA dalle precedenti rivoluzioni tecnologiche è la sua natura ubiqua. Non colpisce un settore per volta, come fece internet con l’e-commerce o l’automazione con la manifattura.
L’intelligenza artificiale attraversa simultaneamente tutti i comparti, dalla logistica alla finanza, dal marketing alla produzione, creando un effetto domino che ridefinisce le regole competitive in tempo reale.
“Ogni azienda, indipendentemente dal settore, si trova di fronte alla stessa equazione: sei pronto a competere con sistemi che operano 24/7, si auto-migliorano e non commettono errori di distrazione?”, riflette Ciciarelli con la lucidità di chi ha assistito a questa trasformazione dall’interno.
La chiave, secondo l’esperto, non risiede nell’acquisto di soluzioni standardizzate o nell’abbonamento a piattaforme generiche. “Ho osservato troppo spesso PMI che credono di aver risolto la questione sottoscrivendo abbonamenti a strumenti altamente generici come CHATGPT”, spiega.
“È l’illusione di saper cucinare come un grande chef solo perché si ha accesso a un sito di ricette, da 20 euro al mese o peggio ancora, gratis…. La differenza competitiva nasce dalle soluzioni sviluppate su misura, che si fondono nei processi aziendali specifici e diventano asset proprietari difficilmente replicabili“.
È proprio su questa filosofia che si basa l’approccio di IntelligenzaArtificialeItalia.net, con audit strategici che permettono di identificare le opportunità di automazione più redditizie per ogni specifica realtà aziendale.
La vera rivoluzione, sta nella democratizzazione dell’innovazione. Per la prima volta nella storia economica moderna, le piccole e medie imprese possono accedere a tecnologie che amplificano le loro capacità senza richiedere investimenti proibitivi o infrastrutture complesse.
È un ribaltamento degli equilibri che potrebbe ridefinire i rapporti di forza nell’economia italiana, premiando l’agilità strategica rispetto alla sola dimensione finanziaria. “Quello che stiamo vivendo è un momento di transizione storica”, conclude Ciciarelli con la determinazione di chi ha scelto di posizionarsi in prima linea in questa trasformazione. “Le aziende che emergeranno dalla prossima decade saranno quelle che hanno compreso che l’intelligenza artificiale rappresenta la più grande opportunità di differenziazione competitiva degli ultimi cinquant’anni. Non è una questione di se, ma di quando. E il quando è adesso“.
Il filtro è già operativo e la selezione è iniziata. La storia giudicherà chi ha saputo cogliere il momento e chi ha scelto di restare a guardare.


