(Adnkronos) –
“Diffidate sempre di chi ha una faccia in pubblico e una faccia in privato”. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si esprime così sul sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che ha accusato il governo e in particolare il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per i disordini avvenuti sabato nella città felsinea.
“Consentite anche a me di esprimere la mia totale solidarietà agli uomini e alle Forze dell’ordine che ieri a Bologna hanno affrontato i soliti violenti, tra lanci di petardi e sassi, rischiando la loro incolumità. Perché noi sappiamo benissimo da che parte stare. E guardate ho letto una nota stampa del sindaco di Bologna che diceva, udite-udite, ‘il governo ha mandato le camicie nere a Bologna’: questa è da sempre la carta della disperazione della sinistra”, dice la premier intervenendo in videocollegamento alla manifestazione promossa a Bologna dal centrodestra a sostegno della candidata governatrice per l’Emilia Romagna Elena Ugolini.
“Loro, quando non hanno nulla da rivendicare del loro lavoro, quando non hanno una visione, un progetto da raccontare, allora si giocano la carta dell’avversario impresentabile. Però voglio dire che non so a quali camicie nere si riferisca il sindaco di Bologna perché le uniche camicie che ho visto io sono quelle blu dei poliziotti aggrediti dai centri sociali e dagli antagonisti amici della sinistra”, aggiunge.
“E voglio dire un’altra cosa in riferimento al sindaco, con sincerità – va avanti la premier – una cosa che vale per tutti i politici di ogni ordine e grado. E di ogni colore. Voglio dirlo ai cittadini: diffidate sempre di chi ha una faccia in pubblico e una faccia in privato. Perché io diffido di chi in privato mi chiede cortesemente collaborazione e invece a favore di telecamera mi accusa di essere una picchiatrice fascista. Perché se io fossi la fascista che il sindaco Lepore dice, allora lui, se crede in quello che sta dicendo, non dovrebbe chiedermi collaborazione, perché non dovrebbe voler collaborare con me. Un po’ di coerenza, sindaco, un po’ di coerenza – dice Meloni rivolta a Lepore – oppure è solo campagna elettorale. Il pericolo fascista, si sa, arriva sempre, scatta e più o meno insieme alla par condicio. Arriva sempre insieme alle elezioni. Fortunatamente dopo decenni i cittadini che non sono stupidi hanno capito questo gioco e non funziona più. E a noi interessa altro e ci interessa il futuro dell’Emilia Romagna, non ci interessa il gioco di chi vorrebbe trascinarci nello scontro ideologico, perché non è il nostro scontro”.