ROMA – “Roma è il più grande focolaio d’Italia. Numeri spaventosi, un aumento di casi SarsCoV2 del 600% in meno di 20 giorni. Stiamo pagando la movida notturna, i week end sulla costa, gli Europei di calcio, il giro in pullman della Nazionale, le vacanze all’estero e il liberi tutti della politica. Roma è il più grande focolaio d’Italia e se non si interviene nell’immediato assisteremo alla Caporetto della Capitale, che sconta anche la centralità del trasporto aereo e ferroviario”. È quanto si legge in una nota dei Cobas.
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“L’allarme arriva dagli ospedali romani – dichiara Francesco Iacovone, del Cobas nazionale – tanti giovani con cariche virali altissime, da 8 a 10 volte il valore che indica la positività. Vuol dire che il virus si replica molto in fretta. Se c’è tanto virus in una persona basta poco per venire contagiati, anche nella fase presintomatica, quella iniziale. E a Roma negli ultimi giorni la pandemia è sembrata un ricordo datato, ma se non si interviene subito pagheremo un prezzo altissimo visto l’elevato numero di over 60 ancora non vaccinati”.
L’APPELLO DEI COBAS: “REGIONE E COMUNE INTERVENGANO PER EVITARE UNA CRISI”
“Non può sfuggire che negli ultimi giorni il Lazio è la Regione con più casi di contagio – prosegue il rappresentante sindacale – e Roma è la provincia che la fa da padrone. Ieri, per esempio, a parità di tamponi ha avuto il più del doppio dei casi della Lombardia, che conta quasi il doppio degli abitanti. Un numero crescente di focolai e la variante Delta che è la costante. Da oggi cominceremo a vedere anche gli effetti della ‘passeggiata’ del pullman della Nazionale e i casi sono destinati a moltiplicarsi mentre calano tamponi e i cittadini sfuggono al tracciamento”.
“Il SarsCoV2 è penetrato in una città con circa tre milioni di abitanti con il nodo dei trasporti mai risolto, piena di centri commerciali e dove lo shopping è spumeggiante anche in centro. Rincorrere il virus è una tattica perdente e lo abbiamo visto dall’inizio di questa pandemia, se non ci sarà un intervento tempestivo del Campidoglio e della Pisana rischiamo una crisi sanitaria di proporzioni catastrofiche”, conclude Iacovone.
D’AMATO: “PAGHIAMO L’EFFETTO GRAVINA”
Anche l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato ha riconosciuto un impatto importante alla festa dell’Italia campione d’Europa sul boom dei contagi: “Stiamo pagando il cosiddetto ‘effetto Gravina’ (il presidente della Federcalcio, ndr) ma senza complicazioni negli ospedali. I casi sono ancora destinati ad aumentare per l’effetto del calo di tensione in occasione dei festeggiamenti per gli Europei, che durerà ancora alcuni giorni. I positivi sono perlopiù giovani ancora non vaccinati e questo significa, ancora una volta, quanto sia importante vaccinarsi e raggiungere l’immunità di gregge”. D’Amato, a margine della consegna degli attestati di benemerenza per l’impegno profuso durante la pandemia agli operatori informatici di Laziocrea, ha comunque voluto evitare allarmismi: “La situazione è sotto controllo e nel Lazio i casi attualmente positivi complessivi sono la metà di altre grandi regioni, quindi nessun allarme e vaccinarsi. Ancora una volta ricadono sulle spalle del SSR e dei suoi operatori, l’onere e gli effetti del calo di tensione”.
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