REGGIO EMILIA – È un paziente oncologico cronico, in cura da tempo. Contrae il Covid e viene ricoverato in ospedale. L’azienda, che conosce perfettamente la sua storia clinica, ne contesta l’assenza ingiustificata e lo licenzia. Succede alla Ferrarini, dove la Flai-Cgil di Parma denuncia il secondo provvedimento illegittimo nei confronti di un “lavoratore scomodo”. Il primo ha colpito nei mesi scorsi Nicola Comparato, delegato sindacale e Rsu lasciato a casa dopo aver denunciato le pressioni esercitate dallo storico gruppo reggiano dei salumi sui dipendenti, a proposito della “difficile guerra legale dietro ad un concordato dal sapore dubbio e di esito incerto”, ricorda la Flai.
Il nuovo licenziamento ha colpito invece Dadje Zah Alain Guy, lavoratore della Costa d’Avorio di 54 anni, in Ferrarini dal 2001. Ma “evidentemente poco performante per le esigenze di una ditta che vuole eccellere sul mercato, ma non nella responsabilità sociale, che non si fa scrupoli a lasciare a casa un ‘ragazzo’ che difficilmente troverà collocazione altrove vista la sua storia clinica”, sottolinea il sindacato parmense in una nota. Che prosegue così: “Si tratta di vicende diverse, ma con un denominatore comune: due lavoratori entrambi vicini alla Cgil e ‘scomodi’ per la Ferrarini, che senza indugio manda in mezzo alla strada due persone, senza ripensamento alcuno e forte della legittimità del proprio operato”. Le storie dei due licenziati e le azioni intraprese per la loro tutela saranno illustrate in una conferenza stampa venerdì alle 11, alla Camera del lavoro di Parma: interverranno Antonio Gasparelli, segretario della Flai, e Ivano Gualerzi, della segreteria nazionale del sindacato di categoria. Sarà presente anche Nicola Comparato, mentre Alain Daje è ancora ricoverato.
FERRARINI: “NON SAPEVAMO CHE AVESSE IL COVID, MA LE MOTIVAZIONI SONO BEN ALTRE”
“È fondamentale chiarire che non è la Cgil ma sarà il tribunale a dichiarare la legittimità o meno dei due licenziamenti. Riteniamo di avere agito in modo assolutamente corretto e nel rispetto della legge e delle necessarie garanzie per i lavoratori”. Il direttore del personale del Gruppo Ferrarini Anna Giovanelli ribatte così alla Flai Cgil di Parma che, dopo quello del delegato sindacale Nicola Comparato, ha denunciato l’interruzione del rapporto di lavoro anche per Dadje Zah Alain Guy, lavoratore di 54 anni malato oncologico, oggi ricoverato in ospedale dopo aver contratto il Covid. Il licenziamento, puntualizza Giovanelli, “non ha nulla a che fare con la positività al Covid del lavoratore, di cui peraltro nulla sapevamo fino ad oggi, non essendoci mai pervenuto alcun certificato medico da parte del lavoratore e dai propri familiari”. Per “diversi mesi- viene invece spiegato- il lavoratore non ha comunicato nulla all’azienda, che si è dunque vista impossibilitata ad attivare un’interlocuzione”.
Sulle motivazioni del provvedimento quindi, che per il sindacato ha colpito un altro dipendente “scomodo” vicino alla Flai, Ferrarini assicura che “sono ben altre”, ma non si sbottona: “In questa sede manterremo il massimo riserbo per la tutela dello stesso lavoratore come richiede la legge”. Respingendo però “fermamente tutte le accuse che la Cgil ci rivolge, pubblicando strumentalmente informazioni sensibili del lavoratore”. Il riferimento è alla conferenza stampa che il sindacato parmense ha convocato per venerdì, per illustrare i dettagli delle vertenze accese per i licenziati (di cui la Flai ha reso noto le generalità e condizioni di salute, ndr) e le azioni che intraprenderà per tutelarli. Il gruppo reggiano tiene infine a sottolineare che “la Cgil attacca un’azienda alimentare che non utilizza cooperative ‘spurie’ e che tutela i propri dipendenti”.
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