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Covid, Gianni Maddaloni: “La nostra palestra è pronta a ripartire”

Primo PianoCovid, Gianni Maddaloni: “La nostra palestra è pronta a ripartire”

ROMA – Costruire una società civile attraverso lo sport, la cultura e la legalità. Facile a dirsi, decisamente più complicato a realizzarsi. Soprattutto se questo traguardo vuole essere tagliato a Scampia, uno dei quartieri più difficili di Napoli. Invece è proprio qui, nella sua terra, che il maestro di judo Gianni Maddaloni ha deciso di investire tutte le proprie energie per realizzare il desiderio di numerosi giovani a rischio, bambini in difficoltà, diversamente abili e non vedenti: quello di praticare sport gratuitamente. La ‘fabbrica dei sogni’ è la palestra ‘Star Judo Club Napoli’, una vera e propria ‘stella’ da sempre accesa sulle problematiche della società civile di questa parte di territorio campano, astro che brilla in particolare sul mondo dei bimbi disagiati e delle loro famiglie. Anche questa struttura ha dovuto fare i conti con la pandemia da coronavirus ma a partire dal prossimo 24 maggio è pronta a riaprire e ad abbracciare nuovamente piccoli e grandi atleti. L’agenzia Dire ne ha parlato proprio con Gianni Maddaloni, che qui tutti chiamano ‘O maé.

Maestro Maddaloni, mancano davvero pochi giorni alla riapertura: come si sente e cosa dirà ai suoi allievi? ‘Sono davvero molto emozionato. Ho due fasce di allievi. Ci sono i bambini, con cui mi sono interfacciato tramite WhatsApp, e sono loro quelli che mi hanno hanno emozionato maggiormente perché piangevano e cercavano da me un aiuto. Con loro non ho potuto fare altro che comunicare attraverso questa tecnologia, che non condivido molto ma che oggi ritengo importante perché mi ha aiutato a far vedere ai piccoli come fare i circuiti, i movimenti con gli elastici, le flessioni e gli addominali’. È in questo modo, racconta Maddaloni, che nell’arco della giornata i bimbi sono riusciti a tenere a bada l’obesità, attraverso un costante allenamento tecnico e fisico.

L’altra fascia di allievi è quella degli agonisti, con i quali allenarsi è stato certamente più facile. Ma fino ad un certo punto. ‘Si tratta di 20 giovani- spiega ‘O maé- dieci dei quali pagano e dieci, invece, che non hanno la possibilità di farlo. Devo dire che per me è stata più la spesa che l’impresa. Mi sono trovato in grande difficoltà, siamo stati chiusi 2 mesi, e devo ringraziare il governatore De Luca che mi ha dato una piccola mano altrimenti avrei chiuso, quindi posso dire che la politica funziona. Il Comune, invece, non ha potuto venirci incontro perché in dissesto e dunque mi sento di giustificare il sindaco De Magistris. Noi, in tutti i casi, ce l’abbiamo fatta. Purtroppo altre palestre non sono più riuscite a riaprire proprio perché non potevano contare sugli agonisti’.

All’interno della sua ‘Star Judo Club Napoli’, Gianni Maddaloni ha compiuto anche un’altra piccola-grande impresa. ‘Non solo sono riuscito a lavorare con gli agonisti la mattina e la sera- spiega orgoglioso- ma anche a non far tornare in carcere i 14 detenuti che vengono nella mia palestra, 7 la mattina e 7 la sera, e che svolgono servizio di volontariato’. La sua vittoria più grande è però probabilmente un’altra. Quella di essere riuscito a coinvolgere nelle sue attività i bambini diversamente abili, quelli non vedenti e persino i ragazzi autistici. Durante la pandemia sono state le mamme di questi bambini a collegarsi con il cellulare e che, attraverso il telefonino, hanno raccontato ai propri figli quali esercizi e movimenti eseguire, gli stessi che i piccoli atleti avevano imparato in palestra.

‘C’è sempre un grande feeling con i ragazzi diversamente abili- afferma- che arrivano in palestra grazie alle Asl, anche bambini autistici che dopo un mese hanno avuto grandi miglioramenti perché quello che pratichiamo è uno sport di contatto, che non significa ammalarsi ma vuol dire stare bene. Infatti anche dopo solo un mese le mamme arrivano, guardano la lezione e sono soddisfatte che il proprio figlio non corra da una parte all’altra e che invece si fermi e stia a sentire l’istruttore. Penso davvero- prosegue- che siano proprio questi bambini quelli che stanno soffrendo maggiormente la pandemia e che stanno risentendo maggiormente di questa mancanza di contatto all’interno di una struttura, la mancanza di essere accolti in maniera paterna dagli allenatori, perché il tecnico di sport, al di là che sia di judo, calcio o pallacanestro, è una persona formata sulle passioni e sulle emozioni e sa bene quanto sia importante la sua figura paterna’.

LA PANDEMIA E IL RAPPORTO CON GLI ALLIEVI

Il maestro Maddaloni ha dunque creato in questi anni un rapporto molto stretto con i propri allievi. Ma esiste il rischio che la pandemia da coronavirus abbia allentato le maglie di questa relazione? ‘Credo che con gli agonisti questo non sia accaduto, anzi il rapporto è stato rafforzato. Per quanto riguarda i bambini- aggiunge- in questi mesi siamo andati ad allenarci anche nella villa comunale all’aperto e ci siamo abbracciati. Ho davvero capito che rappresento per loro una figura importante, sia come uomo che come allenatore. Questo mi rende orgoglioso e sono pronto a ricominciare con la voglia e l’energia di un 50enne invece che di un uomo di 60 anni’.

STAR JUDO CLUB NAPOLI, SPORT E IMPORTANZA DELLA LEGALITÀ

La palestra di Gianni Maddaloni non insegna solo il judo ma è un luogo dove trova spazio, tra le altre cose, l’importanza della legalità. Un luogo i cui protagonisti spesso si trovano a combattere non sul tatami ma lungo le strade. Le stesse dalle quali il Maestro tenta di strappare ragazzi destinati, forse, alla criminalità. Tante le storie raccolte in questi anni, due quelle che ‘O maé ci racconta aprendo il proprio cuore.

IL PERCORSO MADDALONI

‘La prima è legata alla figura di Maria Chiara Cesario, assistente della Asl 1 che mi portò qui 15 anni fa, dicendomi di avere un progetto di 30 euro a bambino, piccoli di età compresa tra gli 8 e i 12 anni, chi sordomuto, chi non vedente, chi ipovedente, chi con la sindrome di Down. Fu un’emozione grandissima perché entrai in contatto con bambini che riuscivano a capire determinate cose continua a leggere sul sito di riferimento

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