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Dai tessuti all’uso della lavastoviglie: azioni quotidiane per ridurre Co2e

AttualitàDai tessuti all'uso della lavastoviglie: azioni quotidiane per ridurre Co2e

Un vademecum realizzato da Lifegate con Findus
Milano, 4 ago. (askanews) – I caricabatterie degli smartphone continuano a consumare energia se lasciati attaccati alla presa anche dopo aver finito di caricare. La dicitura “consumare preferibilmente entro” segnala quando un prodotto è al suo meglio, ma può essere consumato anche dopo. Queste due informazioni ci spiegano che bastano semplici azioni per evitare sprechi e, conseguentemente, emissioni di anidride carbonica. Per aiutarci a riconoscerne alcune di questa, LifeGate ha realizzato un vademecum sui comportamenti virtuosi per ridurre gli impatti ambientali, in collaborazione con Findus, che nei giorni scorsi fa fatto alzare in volo una mongolfiera sui cui ha evidenziato i benefici in termine di riduzione di emissioni di CO2e per la produzione del burger vegetale rispetto ad un tradizionale burger di carne.
Il primo punto del vademecum riguarda lo spreco alimentare Ogni italiano emette quasi mezzo chilo di anidride carbonica all’anno a causa dello spreco alimentare. Per ridurre questa cifra bisogna iniziare a distinguere tra le diciture “data di scadenza”, che indica quando un prodotto potrebbe non essere più sicuro per il consumo, e “consumare preferibilmente entro”, che segnala quando un prodotto è al suo meglio, ma può essere consumato anche dopo. Controllare le etichette, evitare le maxi-spese e organizzare meglio il frigo possono fare la differenza. Meno cibo sprecato corrisponde a meno CO2e emessa, perché si evita lo smaltimento dei rifiuti, che produce gas serra, e si risparmiano le risorse utilizzate per produrre e trasportare il cibo
Il secondo punto è sull’uso degli elettrodomestici. Ogni giorno, anche quando pensi che i tuoi elettrodomestici siano spenti, continuano a consumare energia inutilmente se lasciati in standby. Lo stesso vale per i caricabatterie del cellulare, del computer o di qualsiasi altro dispositivo quando rimangono attaccati alle prese. In Italia, il consumo di energia in standby rappresenta fino al 10% del consumo totale di energia elettrica di una famiglia, contribuendo significativamente alle emissioni di anidride carbonica. Staccare le spine o utilizzare ciabatte elettriche con interruttore sono piccoli accorgimenti che però possono ridurre notevolmente il tuo impatto ambientale.
Terzo punto riguarda la scelta di abiti in fibre naturali o sintetiche. Per ogni tonnellata di cotone tessile tradizionale, si emettono circa 6 chili di CO2e, mentre per il cotone biologico la cifra scende a soli 2 chili. Bisogna fare ancora più attenzione al poliestere, che invece emette dai 7 ai 9,5 chili di CO2e per tonnellata. Scegliere di indossare abiti in fibra biologica non solo riduce l’impatto ambientale, ma contribuisce anche a combattere il cambiamento climatico.
Quarto: abbassare la temperatura. Lavare gli indumenti a 30 gradi invece che a 40 può far risparmiare fino a 27 chili di emissioni di anidride carbonica all’anno, con una fornitura elettrica tradizionale. Inoltre, è sempre meglio fare lavatrici a pieno carico. Questo non solo massimizza l’efficienza energetica, ma riduce anche il numero di cicli di lavaggio, risparmiando acqua ed elettricità.
Quinto punto è sull’uso della lavastoviglie. La routine di pulizia dei piatti è più ecologica se si utilizza la lavastoviglie. Lavare i piatti a mano non solo richiede più tempo, ma consuma anche più energia e acqua rispetto a una lavastoviglie di ultima generazione. Utilizzandola a pieno carico, si riducono le emissioni di anidride carbonica fino a circa il 61% per ogni ciclo rispetto al lavaggio manuale, perché le lavastoviglie moderne sono progettate appositamente per essere molto più efficienti nel riscaldare l’acqua e gestire il consumo idrico.
Infine il cibo. L’alimentazione plant-based può essere salutare, ma anche soddisfacente per il palato e sostenibile per l’ambiente. Un suo burger vegetale, spiega Findus, ha una carbon footprint mediamente più bassa di sette volte rispetto ad un burger di carne (-85%). Sempre prendendo come riferimento un tradizionale burger di carne, il terreno usato è 4 volte inferiore nella produzione del burger plant based (-71%) ed ha un consumo di acqua 6 volte inferiore (-77%).

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