(Adnkronos) – E’ morto a Roma il giornalista e inviato della Rai Franco Di Mare, colpito da un mesotelioma. Aveva 68 anni. A dare l’annuncio è il fratello Gino Di Mare che su Facebook scrive: “Ciao Frà, con te va via un pezzo di me”.
Lo scorso 28 aprile, il giornalista era stato ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa. Di Mare Aveva spiegato di essere ammalato di un tumore molto cattivo legato “alla presenza di amianto nell’aria che si prende tramite la respirazione di particelle di amianto, senza rendersene conto”. “Ho un mesotelioma, un tumore molto cattivo” aveva detto il giornalista. Di Mare era un nome e un volto notissimo per i telespettatori italiani. La sua carriera era cominciata negli anni ’80 con una serie di collaborazioni prima dell’assunzione a L’Unità, presso cui diventa inviato e caporedattore. Nel 1991 Di Mare era approdato in Rai e dal 1995 era diventato inviato Speciale per il Tg2. Nel 2002 il passaggio al Tg1.
Nel 2003 era diventato conduttore televisivo con Unomattina Estate prima di Uno Mattina week end. Il curriculum comprende programmi di informazione e attualità nella fascia mattutina e una serie di serate su Rai1. Nel 2019 aveva assunto la carica di vicedirettore di Raiuno con delega ad approfondimenti ed inchieste, e l’anno successivo viene nominato direttore generale dei programmi del giorno della Rai prima di assumere la direzione di Raitre il 15 maggio 2020.
Durante l’intervista da Fabio Fazio, Di Mare aveva lamentato l’atteggiamento, tenuto dalla Rai di fronte alla sua malattia: si sono dileguati “tutti i gruppi dirigenti, non quello attuale, ma quello precedente, quello precedente ancora – aveva affermato – . Posso capire che esistano delle ragioni di ordine legale, sindacale, ma io chiedevo alla Rai lo stato di servizio che è un mio diritto, i posti in cui sono stato, così potevo provare a chiedere alle associazioni di categoria cosa fare… sono spariti tutti. Se io posso arrivare a capire, e non è che lo debba fare per forza, che possono esistere ragioni legali o sindacali, quello che capisco meno è l’assenza sul piano umano. Persone a cui parlavo dando del tu, perché ero un dirigente Rai, sono sparite, si sono negate al telefono, a me. Come se fossi un questuante. Io davanti a un atteggiamento del genere trovo un solo aggettivo: ripugnante”.
All’indomani dell’intervista, l’ad Rai Roberto Sergio si era impegnato a inviare al giornalista tutta la documentazione richiesta all’azienda negli anni precedenti. Durante l’audizione in Vigilanza della scorsa settimana, Sergio ha annunciato che a Di Mare “è stata inviata, via pec, la documentazione che aveva richiesto”.
“Sono commosso e conservo nel mio cuore il dolce, faticoso colloquio telefonico avvenuto il giorno successivo alla sua denuncia” dichiara l’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio. “Purtroppo non potrò incontrarlo, come ci eravamo ripromessi, ma sarò vicino alla famiglia e in questo doloroso momento prego con loro”. .