Intanto identificata la prima vittima accertata, ci sono ancora dispersi Firenze, 9 dic. (askanews) – Due vittime accertate e tre dispersi, e sono almeno venti i feriti ricoverati a seguito dell’esplosione in un deposito carburanti Eni a Calenzano, in provincia di Firenze. Sei persone sono ricoverate a Careggi, di cui quattro in osservazione breve intensiva. Molto gravi le condizioni di un paziente a Pisa. Altri due sono ricoverati sempre a Pisa, altri tre sono stabili in osservazione all’ospedale di Prato. Secondo una prima ricostruzione, l’esplosione sarebbe avvenuta durante le fasi di carico del carburante all’interno di un’autocisterna. L’esplosione avrebbe poi innescato anche gli altri mezzi in sosta. Tre i consulenti nominati dal Procuratore di Prato, Luca Testaroli. Una delle due vittime accertate è stata identificata, si chiamava Vincenzo Martinelli, 51 anni napoletano, che viveva a Prato, era il conducente di un’autobotte rimasta coinvolta nell’esplosione. Per la seconda vittima di cui è stato recuperato il corpo il riconoscimento dovrà passare dall’esame del Dna. Le ricerche sono state interrotte a causa della complessità dell’intervento. Riprenderanno domani. Mancano all’appello anche un operaio di Novara, 49 anni, uno di Catania, 57 anni, uno nato in Germania ma residente in Italia, 45 anni, e un operaio di Matera, 45 anni.
Mercoledì 11 dicembre è stata proclamata in Toscana una giornata di lutto regionale per ricordare le vittime della tragica esplosione avvenuta questa mattina a Calenzano. Lo fa sapere il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, sui social. “Dopo la tragedia che si è consumata in via Mariti solo qualche mese fa, questo è un nuovo dramma che colpisce profondamente la nostra comunità e che ci richiama al dovere di stringerci attorno alle famiglie delle vittime e a tutti coloro che sino stati colpiti da questa terribile vicenda. Lo faremo domani -aggiunge Mazzeo – aprendo la seduta di Consiglio Regionale insieme al presidente Giani nel ricordo di chi non c’è più, e lo faremo ogni giorno chiedendo chiarezza sulle cause di questo tragico evento e
facendo tutto il possibile per evitare che simili tragedie possano ripetersi in futuro. Non possiamo e non vogliamo rassegnarci: di lavoro non si può, non si deve morire”, conclude Mazzeo.