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Gli anestesisti: “Attuare percorso diagnostico per i pazienti gravi”

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ROMA – È stato pubblicato il position paper ‘Il sistema extra-ospedaliero di emergenza sanitaria’, documento messo a punto dalla Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti), dall’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani – Emergenza area critica (Aaroi-Emac) e dal Collegio dei professori di anestesia e rianimazione (Cpar). Elaborato e firmato dal presidente Siaarti, Flavia Petrini, dal presidente Aaroi-Emac, Alessandro Vergallo, dal presidente Cpar, Paolo Pelosi, e dal responsabile Siaarti medicina critica dell’emergenza, Emiliano Cingolani, il documento prende l’avvio dalla considerazione che “a trent’anni dall’istituzione del 118 come numero unico per le chiamate di emergenza sanitaria e del decreto istitutivo della risposta territoriale è necessaria una riorganizzazione del sistema che tenga presenti i cambiamenti intercorsi in questo periodo e i progressi registrati in campo scientifico-professionale”. L’agenzia Dire ne ha parlato con il professor Paolo Pelosi, presidente del Collegio dei professori di anestesia e rianimazione (Cpar).

– Presidente Pelosi, perché un position paper per il rinnovamento del 118?

“In primo luogo questo paper analizza il ruolo dell’emergenza sanitaria territoriale, in particolare il coordinamento delle centrali operative del 118 che rientra nei livelli di assistenza essenziale, secondo i recenti decreti. Riteniamo che questo documento fosse necessario, in quanto deve essere ripensato il sistema organizzativo con l’obiettivo principale di attuare, sviluppare e pianificare in maniera ulteriore il percorso diagnostico, terapeutico ed assistenziale del paziente affetto da patologie gravi e tempo dipendente. In questo modo il servizio si prenderà cura del paziente in maniera sempre più precoce sul territorio prima dell’arrivo alla struttura di appartenenza. Il secondo motivo per cui abbiamo lavorato a questo position paper è che in realtà l’organizzazione italiana del sistema di emergenza-urgenza è alquanto disomogenea sul territorio nazionale. Tutto questo riguarda il suo sviluppo e la sua implementazione in termini di modelli organizzativi sul territorio che possano dare al paziente, e quindi ai nostri cittadini, un servizio sempre più efficiente e moderno”.

– Quali sono i contenuti più importanti del position paper?

“I punti fondamentali consistono sostanzialmente in una pianificazione dell’appropriatezza e dell’innovazione gestionale e clinico-assistenziale del percorso di emergenza extra-ospedaliero. Molto importanti sono inoltre la stabilizzazione di criteri per ottenere una tempestività dell’intervento di soccorso in emergenza sul territorio, l’arrivo in ambito ospedaliero, la risposta in omogeneizzazione ed equità dell’organizzazione della risposta emergenziale sul territorio nazionale, ovviamente in base alle caratteristiche del paziente e, infine, l’efficienza del sistema delle risorse disponibili. A questo riguardo pensiamo che siano necessari una governance unitaria del sistema di emergenza-urgenza e un coinvolgimento del personale sanitario medico, infermieristico e tecnico di supporto. È inoltre di primaria importanza sviluppare un processo organizzativo di formazione di tutte queste componenti, non solo medica ma anche infermieristica e tecnica di supporto, e lavorare quindi con tutte le varie istituzioni coinvolte per il miglioramento di tale processo”.

– Presidente Pelosi, in questo documento sono prioritari gli aspetti formativi: ci illustra i motivi?

“Gli aspetti formativi sono essenziali, come gli altri punti discussi in precedenza. Per questo motivo il collegio dei professori ha supportato in maniera particolarmente attiva la stesura del documento, in quanto ritiene che il percorso di formazione dell’emergenza debba partire sia dai differenti corsi di laurea in medicina e chirurgia sia dai differenti percorsi di laurea professionali e dalle scuole di specializzazione, in particolare da quelle maggiormente dedicate al settore dell’emergenza. Mi riferisco, per quanto ci riguarda, alla anestesia, rianimazione, terapia intensiva e medicina del dolore ma anche ai percorsi formativi a livello infermieristico, per esempio con master di area critica o di emergenza, e ai percorsi formativi dedicati al personale tecnico e di colore che svolgono un ruolo organizzativo attorno a questo complesso sistema. In tutto questo riteniamo che anche una definizione dei programmi didattici sia fondamentale. Siamo infatti consapevoli di quanto la didattica virtuale si stia sviluppando in questo periodo e che può avere un ruolo fondamentale, senza dimenticare percorsi di simulazione che possono aiutare a mantenere elevata in qualità la formazione del personale. In una parola, il sistema di emergenza extra-ospedaliero deve essere considerato a tutti gli effetti un percorso in cui sia necessario un elevato livello di professionalità e livello educativo e di training, a tutti i livelli”.

– Questo position paper vede insieme Siaarti, Aaroi e Cpar: come mai questa forte azione congiunta?

“L’azione congiunta delle tre sigle è fondamentale perché rappresenta l’unitarietà della anestesiologia, anestesia, rianimazione, terapia intensiva e medicina del dolore. Sostanzialmente dimostra come le tre colonne della nostra disciplina, quindi la parte relativa alla società scientifica nazionale, quella maggiormente focalizzata sugli aspetti sindacali, ma direi in maniera più vasta sugli aspetti di relazione anche istituzionale dal punto di vista lavorativo, e quella componente maggiormente dedita all’aspetto formativo, danno insieme un messaggio unitario mettendo a disposizione le proprie peculiarità, professionalità ed esperienze nelle aree di loro competenza. Ci auguriamo che questo messaggio unitario acquisti così maggiore forza, poiché effettivamente si occupa dei vari aspetti finalizzati al miglioramento di questa importantissima area del nostro servizio sanitario nazionale”.

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