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Governo manda al macero 60 milioni di cartelle, Letta il vecchio Pd

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ROMA – Ultime schermaglie tra i partiti che sostengono il Governo Draghi. Domani il Consiglio dei ministri darà via libera al Decreto Sostegni che vale 32 miliardi di euro. Oggi il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha illustrato ai capigruppo parlamentari lo schema che sarà seguito. In particolare, 11 miliardi finiranno a tre milioni di imprese in difficoltà che, a seconda del fatturato, a partire dall’8 aprile riceveranno rimborsi da un minimo di mille a massimo 150mila euro. Per gli stagionali arrivano tre mensilità, complessivamente di 2.400 euro. Tra i partiti si litiga sulla sanatoria di 60 milioni di cartelle esattoriali dal 2000 al 2015 per sbloccare il magazzino degli arretrati. Sembra una cifra enorme, in realtà vale appena il 7% del magazzino di agenzia delle Entrate-Riscossione (Ader) che attualmente ammonta a quasi mille miliardi. Il ministro ha fissato il limite a 5mila euro ma la Lega spinge per alzarlo a 10mila. La decisione verrà presa domani.

L’altro nodo sul quale si sono confrontati i partiti riguarda i licenziamenti: stop per tutti fino al 30 giugno, poi il blocco verrà superato in modo selettivo entro la fine dell’anno, accompagnato da una proroga della cassa integrazione covid. Sul fronte politico, nel centrodestra si continua a litigare su chi candidare a sindaco di Roma. Matteo Salvini, leader della Lega, ha preso di mira e punta a scavalcare Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, insistendo su Guido Bertolaso, che però ribadisce per l’ennesima volta che lui sta lavorando a Milano e che non ci pensa proprio a trasferirsi.

Nel Pd il nuovo segretario, Enrico Letta, ha ingranato la quarta e marcia spedito al rinnovamento del partito. Ieri ha nominato due vicesegretari: come vicaria Irene Tinagli, economista ed esponente dell’area liberal; l’economista Beppe Provenzano della sinistra interna. Oggi la nuova segreteria, 8 donne e 8 uomini, con molte novità. Insomma, Letta non sembra aver tenuto conto di tutte le richieste arrivate dai ‘capi corrente’ e si è mosso per proprio conto snobbando tutti i nomi che erano circolati. Significativo l’incontro di oggi, durato un’ora, con il presidente della Camera, Roberto Fico, punto di riferimento strategico dentro il M5S. Il faccia a faccia sarà servito a capire meglio il percorso del Movimento che presto avrà come leader l’ex premier Giuseppe Conte, che Letta incontrerà nelle prossime ore. Probabile che si sia parlato anche delle elezioni amministrative di Napoli, e sono molti che vedono proprio Fico come candidato della possibile alleanza tra il centrosinistra a guida Pd e M5S. Domani il segretario Dem farà il punto con gli europarlamentari, martedì prossimo con i gruppi Pd di Camera e Senato. A seguire l’atteso incontro con Matteo Renzi, leader di Italia Viva, l’avversario che 7 anni fa gli sfilò la poltrona a Palazzo Chigi, da riciclare in alleato di una coalizione larga del centrosinistra, una sorta di Ulivo.2, che dovrà prima combattere e affermarsi, poi trattare con il nuovo M5S guidato da Conte.

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