BOLOGNA – Nessun licenziamento di massa, come quello della Gkn di Campi Bisenzio. Ma uno stillicidio quotidiano, con due o tre licenziamenti individuali o plurimi (sotto la soglia delle quattro unità, che non richiede l’apertura di nessuna procedura di confronto sindacale), con il risultato che in 20 giorni in diversi hanno già perso il lavoro.
“Acca’ nisciun’ è fess’”, ‘qui nessuno è fesso’, avverte il segretario della Uil di Bologna e dell’Emilia-Romagna, Giuliano Zignani, che chiama in causa Confindustria e chiede il rispetto dei patti. “Ancora non si vedono gli effetti dello sblocco dei licenziamenti a Bologna. Qui accade qualcosa di più sottile: ogni giorno un lavoratore viene licenziato, ma alla fine il risultato sarà lo stesso”, spiega presentando con i segretari della Cgil e della Cisl di Bologna, Maurizio Lunghi ed Enrico Bassani le proposte dei sindacati ai candidati sindaco in vista delle prossime amministrative. “È una furbata, non va bene. Siamo di fronte ad aziende importanti che ogni giorno licenziano. Non c’entrano niente i ristoranti e i settori in crisi, stiamo parlando di aziende importanti. Non a caso ci rivolgiamo a Confindustria, che ha firmato una serie di accordi, a cominciare dal patto per il lavoro, in cui le aziende si sono impegnate a non procedere in maniera unilaterale”, puntualizza Zignani. “Accadono delle cose sulle quali vogliamo vederci chiaro”, conferma Lunghi. “Vogliamo capire se qualcuno in questa fase agisce alla chetichella”, assicura il numero uno della Camera del lavoro. “Intendiamoci, è tutto regolare. Ma se aggiungi ai 4.000-5.000 che hanno già perso il lavoro nell’area metropolitana quei due o tre che ogni giorno vanno al patibolo, i problemi poi arrivano”, è la conclusione del segretario della Uil.
Oltre al timore dei licenziamenti collettivi ‘mascherati’, c’è quello che il lavoro ‘buono’ possa essere sostituito progressivamente da lavoro precario e con meno tutele. A Bologna, ricordano i sindacati, sono in previsione investimenti importanti, da parte di multinazionali (vedi Philip Morris) o di carattere infrastrutturale, che potranno generare migliaia di posti di lavoro. Ma di che tipo? “È cresciuto in questi mesi il ricorso agli interinali. Il punto, però, è costruire occupazione buona, le cose non possono tornare come prima”, ammonisce Lunghi. “Anche per questo nella nostra piattaforma abbiamo proposto una ‘bollinatura’ per le aziende virtuose”, ricorda Bassani.
Intanto, i lavoratori metalmeccanici dell’Emilia-Romagna si preparano a scioperare già questa settimana contro i licenziamenti collettivi di centinaia di persone annunciati da alcune multinazionali (gli inglesi di Gkn a Prato hanno inviato oltre 400 lettere di licenziamento) dopo lo sblocco scattato l’1 luglio. La mobilitazione delle tute blu di Fiom, Fim e Uilm dovrebbe scattare giovedì con due ore di sciopero con assemblee.
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