PALERMO – È tornato in libertà Giovanni Brusca, boss di San Giuseppe Jato (Palermo) arrestato nel 1996. Perno dello schieramento dei Corleones di Totò Riina, è poi diventato collaboratore di giustizia. A dare notizia del suo ritorno in libertà per fine pena è ‘L’Espresso’, nella sua edizione online.
Brusca, che ammise il proprio ruolo nella strage di Capaci e nell’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, ha lasciato il carcere di Rebibbia: sarà sottoposto a libertà vigilata.
MARIA FALCONE: “SI VIGILI PERCHÈ BRUSCA NON TORNI A DELINQUERE”
“Umanamente è una notizia che mi addolora, ma questa è la legge, una legge che peraltro ha voluto mio fratello e quindi va rispettata. Mi auguro solo che magistratura e le forze dell’ordine vigilino con estrema attenzione in modo da scongiurare il pericolo che torni a delinquere, visto che stiamo parlando di un soggetto che ha avuto un percorso di collaborazione con la giustizia assai tortuoso. La stessa magistratura in più occasioni ha espresso dubbi sulla completezza delle sue rivelazioni, soprattutto quelle relative al patrimonio che, probabilmente, non è stato tutto confiscato: non è più il tempo di mezze verità e sarebbe un insulto a Giovanni, Francesca, Vito, Antonio e Rocco che un uomo che si è macchiato di crimini orribili possa tornare libero a godere di ricchezze sporche di sangue”. Lo ha detto Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni Falcone, dopo la notizia della scarcerazione per fine pena di Giovanni Brusca, l’ex capomafia, poi pentito, che ha premuto il telecomando che ha innescato l’esplosivo nella strage di Capaci. Nell’attentato morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.
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