VENEZIA – Dopo ‘Jackie’ (presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2016), con Natalie Portman nei panni di Jacqueline Kennedy, il regista cileno Pablo Larraín passa alla famiglia reale inglese, con il suo ritratto di Lady Diana ‘Spencer’. A interpretare ‘la principessa triste’ dai grandi occhi blu, Kristen Stewart.
“Volevo fare un film che piacesse a mia madre, ho fatto così tanti film che non le sono piaciuti, e volevo capire cosa persone come mia madre vedessero in Diana. Lei è stata un’icona, famosa, bellissima, ma era anche una madre e in particolare una persona che ha creato una cosa bellissima, ossia l’empatia. Ero curioso di capire come una persona cosi privilegiata, legata all’aristocrazia, fosse cosi ordinaria”, ha dichiarato il regista oggi al Lido per presentare la pellicola in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Il film non è un biopic in senso stretto. Per mostrarci chi era Diana, Larraín ci racconta un week end natalizio della famiglia reale nella residenza reale di Sandringham; momento che precederà la definitiva rottura della principessa con Carlo.
“Credo sia interessante mostrare una persona in crisi, se condensiamo il racconto in quel momento possiamo conoscerla meglio”, ha proseguito il regista. Incatenata da un protocollo reale ancorato al passato e senza futuro, con un cappio al collo fatto di perle (un collier identico Carlo lo aveva regalato a Camilla), nella pellicola Diana sente di essere la nuova Anna Bolena, condannata a morte da Enrico VIII perché accusata d’adulterio, mentre era il sovrano ad avere altre relazioni e a volere disfarsi di lei. “È il riflesso della storia che si ripete nonostante siano passati 500 anni”, ha spiegato il regista.
La residenza reale diventa quindi una prigione, con al posto delle inferriate tende cucite per impedire ai fotografi di immortalare l’unica persona reale, da tutti i punti di vista, a corte. Quei fotografi che portarono alla morte Diana, ma che ‘forse vogliono solo vedere ciò che realmente succede’, dichiara nel film Stewart: probabilmente per questo, a fasi alterne, la vera Diana ha accontentato la loro smania di conoscenza. “Lei era la donna più famosa e fotografata al mondo, ho assaggiato un po’ di questo ma non l’essere così simbolica e rappresentativa. Tutti abbiamo l’impressione di averla conosciuta di sapere chi è, che fosse nostra amica, ma nessuno la conosceva veramente-, ha dichiarato Stewart al Lido- Credo che alcune persone nascano con un’energia penetrante. Faceva sentire tutti accompagnati da questa luce bellissima, ma era completamente sola. Mi ha affascinato la sua fragilità. Inoltre aveva uno stile incredibile e usava i vestiti come un’armatura.
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La pellicola ci mostra anche i disturbi alimentari di Diana e l’immenso amore per i figli, l’unica gioia di quel week end natalizio che ci viene raccontato. ‘Spencer’ è un forte ritratto emotivo, che restituisce attraverso l’intensa interpretazione di Steward la sofferenza di una donna che voleva essere libera e per cui la verità era più importante delle apparenze. E lo fa, molto bene, visivamente e attraverso la musica, mentre pecca un po’ di ripetitività nei dialoghi, molto ben scritti, ma ridondanti. A volte ‘less is more’.
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