ROMA – “Il ripristino della medicina scolastica dovrebbe essere previsto e programmato non “a termine” e in funzione unicamente emergenziale, ma come anello importante della rete sanitaria territoriale, con funzione stabile ed efficiente”. Ne è convinto Danilo Renato Mazzacane, consigliere dell’Associazione italiana medici oculisti (AIMO) e segretario del Gruppo oculisti ambulatoriali liberi (GOAL), intervistato dall’agenzia Dire nell’ambito di una serie di interviste programmate dall’Associazione Italiana Medici Oculisti sul tema della prevenzione oculistica.
“Fin dall’età scolare sarebbe utile insegnare le elementari norme igieniche, alimentari e comportamentali- prosegue Mazzacane- costituendo una “figura amica “medica alla quale fare riferimento in prima istanza per ogni necessità, in supporto e in collaborazione con le altre figure mediche del territorio e affiancata per l’attività di screening a favore degli studenti per svariate condizioni patologiche ad altre professionalità sanitarie, prevenendo e riducendo l’insorgenza di condizioni dannose per la salute, potenzialmente invalidanti per il resto della vita”.
Nell’ambito oftalmologico, in particolare, la “valorizzazione e l’impiego a scuola dell’ortottista (figura sanitaria con formazione universitaria creata per collaborare con il medico oculista) permetterebbe, con un intervento di screening, di intercettare precocemente le condizioni di deficit visivo degli studenti e di indirizzarli celermente all’esecuzione di una visita medica oculistica”.
In tal modo, secondo Mazzacane, si realizzerebbe una “richiesta appropriata di visita medica oculistica e nello stesso tempo si supporterebbe il pediatra del territorio, che è spesso in difficoltà a curare un numero di piccoli pazienti superiore a quanti ne dovrebbe avere in carico, a causa della carenza di medici specialisti in pediatria disponibili attualmente in Italia”.
Per esempio, il pronto riscontro della condizione di ambliopia (comunemente conosciuta come ‘occhio pigro’) permette di “diagnosticare e correggere precocemente il difetto rifrattivo e instaurare una terapia riabilitiva- sottolinea l’esperto- recuperando così una buona capacità visiva”. La condizione di ambliopia, intanto, è la causa “più frequente di deficit visivo in età pediatrica, con una prevalenza nella popolazione di circa il 5%”.
Dunque anche un’educazione sanitaria in ambito oculistico è “utile per insegnare le regole necessarie per una migliore alimentazione, per il buon uso dei sistemi digitali, per le migliori condizioni ergonomiche da utilizzare e per dare indicazioni sugli innovativi ausilli ottici oggi disponibili”. D’altronde gli studenti, fin dalla giovane età, trascorrono la maggior parte del tempo a scuola e “spesso in questa sede si evidenziano criticità- evidenzia ancora Mazzacane- che possono sfuggire all’attenzione dei genitori per ragioni vario genere, ma che invece meritano un approfondimento medico specialistico”.
Inoltre, l’inizio del prossimo anno scolastico sta comportando preoccupazione e confusione circa “le misure sanitarie relative all’emergenza Covid da mettere in campo per tutelare studenti, docenti e personale scolastico. Il dilagare delle varianti Covid e il percorso di vaccinazione ancora in corso- dice Mazzacane- sta creando una serie di preoccupazioni per la ripresa della didattica in presenza. La pandemia, inoltre, ha evidenziato la carenza della medicina preventiva e di quella territoriale. La didattica a distanza (DAD) ha evidenziato diverse criticità comportamentali ed esistenziali nella popolazione scolastica”.
L’occasione, secondo l’esperto, è buona per riproporre la medicina scolastica con “compiti non solo di sorveglianza sanitaria anti-Covid, ma anche di effettiva attività di prevenzione ed educazione sanitaria”. E secondo Mazzacane la realizzazione di un “gioco di squadra sanitario in ambito scolastico” a supporto della salute degli studenti e di conforto per i genitori “non può che porre le basi per una futura generazione in buona salute”, conclude.
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