A MILANO E ROMA NEANCHE LA PANDEMIA FERMA IL CONSUMO DEL SUOLO
Tra il 2006 e il 2020 nell’Area Metropolitana di Milano sono stati consumati oltre 2150 ettari di territorio, mentre nell’area del Comune di Roma il consumo di suolo ha riguardato poco più di 2023 ettari. Si tratta di una differenza di poco meno di 130 ettari quella che separa la capitale d’Italia dall’Area metropolitana di Milano. A raccogliere i dati è l’Ispra nell’ambito del progetto europeo Soil4life. Obiettivo: promuovere l’uso sostenibile del suolo in quanto risorsa strategica e non rinnovabile. In questi 14 anni gli ettari di suolo consumati per far posto alla crescita delle aree edificate delle due principali città italiane non si è mai fermato, neanche con l’emergenza Covid. Oltre 123 gli ettari consumati nella Capitale tra il 2019 e il 2020, mentre nell’Area Metropolitana di Milano, nello stesso periodo, sono stati impermeabilizzati 93,54 ettari di suolo. “La legge contro il consumo di suolo – commenta Stefano Ciafani, Presidente di Legambiente, capofila del progetto Soil4Life – è una riforma non rinviabile. L’Italia la aspetta da troppi anni”.
SU LITORALE DOMIZIO-FLEGREO INDIVIDUATI 22 SCARICHI ABUSIVI
Sono 36 i cantieri nautici controllati, 28 le persone denunciate, 22 gli scarichi abusivi individuati, 13 i sequestri tra scarichi abusivi, rifiuti da attività di rimeggio, impianti e apparecchiature, nonché alcune aree di cantiere, utilizzate quale sito di stoccaggio illecito di rifiuti. Questi i numeri delle operazioni compiute negli ultimi due mesi dai carabinieri del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari sul litorale domizio-flegreo e al porto di Napoli. Gli accertamenti condotti hanno permesso di avere conferma delle principali violazioni di carattere ambientale: scarichi di reflui industriali effettuati illegalmente da aziende che approfittano delle avverse condizioni meteo; scarichi di acque meteoriche di dilavamento, provenienti dai piazzali esterni cantieri nautici; assenza di autorizzazioni alle emissioni in atmosfera per i cantieri che effettuano attività di verniciatura delle imbarcazioni; illecito stoccaggio e illecito smaltimento dei rifiuti, provenienti dalle lavorazioni sulle imbarcazioni;attività di edificazione abusiva.
ACQUA, ANBI: NORD AUTOSUFFICIENTE, SUD PAGA AUMENTO SICCITÀ
“Stati di calamità ed emergenze non risolvono il problema della carenza di acqua nei territori”. Ne è certo Francesco Vincenzi, appena rieletto presidente dell’Anbi, l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue. Queste misure, spiega, “creano disaffezione di agricoltori e cittadini che non si vedono remunerati del vero danno avuto con la carenza d’acqua”. Attualmente l’Italia è divisa in due: il Nord è autosufficiente anche grazie alle piogge di luglio mentre il Sud paga il gran caldo e la siccità. “Oltre alla carenza d’acqua- spiega il presidente Anbi – il Meridione paga opere incompiute e mai terminate dal 1960 ad oggi”. Servono passi avanti anche a livello comunitario. Una direttiva del 2000 che sta entrando in vigore in questi giorni prevede infatti un prelievo standard di acqua dai fiumi. Ma il calcolo è stato fatto “in modo sbagliato”, avverte Vincenzi. Il parametro preso in esame è infatti quello dei fiumi del Nord Europa, e non dei nostri torrenti. Da qui la richiesta Anbi di cambiare una regola scritta 20 anni fa.
NAPOLI, OMESSA BONIFICA: SEQUESTRATI 3 MLN EURO A IMPRENDITORE
I carabinieri per la Tutela ambientale e la transizione ecologica, i finanzieri del Comando provinciale e gli agenti dell’Unità operativa Tutela ambientale, della polizia locale di Napoli hanno notificato, su disposizione del gip del Tribunale di Napoli, un divieto di dimora in Campania e in Abruzzo, all’imprenditore napoletano Bruno Sansone, oltre al sequestro preventivo di beni del valore di 3 milioni di euro. L’uomo, titolare tra le altre della Edilcamaldoli srl e della Sansone srl, è indagato per il delitto di omessa bonifica. L’inchiesta è scaturita dall’esposto di alcuni cittadini che hanno denunciato ai magistrati inquirenti le condizioni di degrado e compromissione ambientale del Vallone San Rocco, area sita all’interno del Parco Metropolitano delle Colline di Napoli. Si tratta di una zona cittadina, collocata in prossimità del polo ospedaliero, che avrebbe dovuto costituire il polmone verde della metropoli ed invece è risultata costantemente afflitta da continui sversamenti ed interramenti di rifiuti speciali, anche pericolosi.
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