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Toh, riappare Ciampolillo e salva Letta e il Ddl Zan (ma non servirà)

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ROMA – Una situazione paradossale. Da una parte il centrodestra che già assapora il gusto della vittoria, quello di aver portato al macero il Ddl Zan contro l’omotransfobia; dall’altra il centrosinistra che seppur scosso da divisioni e contrasti interni resta inchiodato alla decisione del segretario del Pd, Enrico Letta, di arrivare al muro contro muro anche rischiando di far bocciare il provvedimento.

“Incredibie Letta – dicono dalle parti di Base riformista, corrente Dem- la sua non è più una sfida politica ma alla matematica: i numeri di oggi al Senato dicono che il Ddl Zan così com’è, non passerà, è già morto”. I numeri a cui si fa riferimento sono quelli arrivati oggi quando si è votata in aula la richiesta di sospendere l’esame del provvedimento avanzata dal centrodestra. La richiesta è stata bocciata per un solo voto, 136 contro 135. Grazie proprio al senatore Ciampolillo, ex grillino finito al gruppo Misto, diventato ‘famoso’ quando si trattò di metter su la pattuglia dei responsabili per bloccare Matteo Renzi e salvare il Governo Conte. Come allora anche oggi Ciampolillo è apparso all’ultimo istante utile e chissà quanti ‘grazie’ avrà collezionato da parte dei colleghi del centrosinistra: “Ho salvato il ddl Zan? Pare proprio che sia così”, ha detto con aria seria ai cronisti.

Nel Pd monta la tempesta. Oggi la comunicazione Dem è stata tutta incentrata sul segretario Letta che ha accettato di correre nel collegio di Siena per entrare in Parlamento. Ma la partita che si sta giocando sul Ddl Zan, se dovesse finir male, alla fine lascerà morti e feriti sul campo. Ma Letta non può cedere, perché non solo gli arriverebbero una valanga di maledizioni da parte di tutti quelli che da due anni hanno lavorato al disegno di legge, ma renderebbe a quel punto manifesta anche la sua debolezza politica per non esser riuscito a mettere sotto gli avversari, Matteo Salvini e Matteo Renzi in primis.

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E proprio Salvini oggi gongola, sprizzando felicità da tutti i pori: “Se Letta e il Pd insistono a non voler ascoltare, dialogare e trovare una soluzione, la legge è morta. Rischia di affossare la legge se si ostina ad ascoltare niente e nessuno. La Lega ha proposto degli emendamenti, togliamo dal testo quello che divide: bambini, gender nelle scuole, censura, bavaglio, negazione della libertà di pensiero e parola. Così la legge viene approvata alla Camera e al Senato entro l’estate. Se Letta continua con le ideologie non fa il bene dei gay e delle lesbiche e la legge viene affossata”.

Gli ha fatto subito eco l’altro Matteo: “Voglio fare una legge che colpisca chi utilizza il movente dell’omotransfobia per andare a compiere atti di violenza verbale o fisica. Ma i nostri concittadini, fratelli e sorelle che vivono una situazione di difficoltà, paradossalmente rischiano di essere colpiti e affossati da chi? Da quel Pd che ormai è diventato peggio dei grillini. E a me purtroppo fa male al cuore, perché mi sembra la sesta stella di Grillo più che il vecchio Partito democratico riformista che avevamo imparato a conoscere” ha detto Renzi.

Il clima si fa sempre più caldo, e ci sono anche colpi bassi. Ieri la senatrice Dem Monica Cirinnà aveva postato sui social un video con il senatore Faraone di Italia Viva ch applaudiva l’intervento di Salvini, scatenando una mare di insulti, parolacce e minacce all’indirizzo del ‘renziano’ che oggi nell’aula del Senato ha lanciato una dura accusa: “Con quel video, fatto col suo telefono, mi ha reso oggetto di una lapidazione social”.

Pronta la replica della presidente del Senato Elisabetta Casellati. “Ieri non era un’Aula tranquilla, non so se la senatrice Cirinnà ha ripreso. Farò verificare attraverso le immagini e, se è successo, ci saranno conseguenze previste dal regolamento”. Da parte sua l’interessata si è scusata così: “Ho sbagliato a riprendere il collega Faraone benchè questa sia una pratica ormai molto diffusa. Ammetto l’errore ma resta un mio giudizio politico. Ognuno è libero di applaudire ma ognuno è libero di dare il significato politico alle singole azioni”. Appuntamento la prossima settimana con i primi voti a scrutinio segreto.

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