NAPOLI – “Creeremo a Napoli un polo pediatrico di valore europeo”. L’annuncio del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca risale a meno di un mese fa, ma l’ambizioso progetto ha già un cronoprogramma. La prima data è quella del 14 settembre, quando è convocata, nella sede della presidenza della giunta regionale, la prima conferenza di servizi preparatoria dell’accordo di programma relativo alla realizzazione dell’opera. È quanto riporta un decreto firmato dal governatore campano, pubblicato sul Burc, atto propedeutico all’intesa che porterà alla nascita del nuovo polo ospedaliero pediatrico denominato “Nuovo Santobono”.
Nel provvedimento si individuano i soggetti chiamati a partecipare alla conferenza di servizi, dal Comune alla Città Metropolitana di Napoli, all’Asl Napoli 1 Centro e all’azienda ospedaliera Santobono-Pausillipon, oltre alla direzione generale per la tutela della salute della Regione e alle altre istituzioni coinvolte. È demandata a “successivi provvedimenti” la determinazione delle risorse economiche, ma De Luca ha già annunciato che l’investimento sarà pari ad almeno 200 milioni di euro per una struttura ex novo.
Sulla base delle indicazioni fornite dalla direzione generale dell’Aorn Santobono-Pausilipon, la cui proposta progettuale è stata ritenuta “coerente” con la programmazione sanitaria nazionale e regionale, il nuovo polo pediatrico dovrebbe estendersi per circa 70mila metri quadrati per 470 posti letto. L’area più indicata, tra le dieci prese in considerazione, è il quartiere di Ponticelli, a Napoli Est, che già ospita l’ospedale del Mare. Nella nota della direzione del Santobono-Pausilipon si rilevava anche come “l’attuale assetto logistico dell’azienda ospedaliera presentasse una “significativa carenza di spazi” in quanto gli attuali presidi, nella città di Napoli, sono “lontani tra loro, situati in aree altamente congestionate” e hanno raggiunto “da tempo i limiti edificatori” imposti dalle normative vigenti. Questa circostanza, allo stato attuale, rende “estremamente difficoltosi gli adeguamenti normativi, sia strutturali che impiantistici, delle attuali strutture realizzate da oltre 60 anni, impedendo di fatto l’incremento dell’offerta di servizi sanitari alla popolazione”.
La nascita del “Nuovo Santobono” permetterebbe, invece, di “concentrare in un unicum” le specialità attualmente attive negli attuali presidi dell’azienda ospedaliera, “integrandone le attività amministrative, ammodernando le attuali strutture e assicurando l’offerta al pubblico di servizi accessori quali, ad esempio, parcheggi idonei, foresterie per l’accoglienza dei parenti dei piccoli degenti, aree verdi” e altri spazi in linea con le normative vigenti.
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