VENEZIA – Adottare anche in Italia la ‘linea Macron’ sul pass vaccinale “è una cosa da valutare con serietà. Non è una partita da poco, va messa in mano al Cts”. È il monito lanciato oggi in conferenza stampa dal presidente del Veneto Luca Zaia. “Queste devono essere iniziative valutate con serietà e soprattutto coordinate, non è una partita da poco- avverte- immaginate solo una realtà turistica: bisogna garantire un ‘soft landing’”. Il governatore solleva in particolare tre dubbi. “Primo, così il vaccino diventa obbligatorio o comunque c’è una forte coercizione- ragiona Zaia- poi c’è il tema della privacy. Ricordo che siamo l’unica Regione bacchettata dal Garante perché chiediamo il green pass per l’ingresso in ospedale. Siamo in guerra e stiamo qui a pettinare le bambole… Terzo: quando si introduce una norma così, devi garantire a tutti quelli che vogliono farlo di potersi vaccinare. Non mi sembra che in Italia abbiamo tutta questa disponibilità”.
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Quindi, ribadisce il governatore, “è una partita da mettere in mano al Cts”. Zaia prevede, in ogni caso, che su questo “ci sarà un dibattito inevitabile. A ottobre, quando avremo l’80% di vaccinati, ci saranno detentori di due interessi diversi: chi è vaccinato e chi per libera scelta non lo ha fatto e ti dice che ha diritto comunque di vivere normalmente. Questi sono temi su cui devono interrogarsi le autorità scientifiche”. E aggiunge: “La scelta di Macron è estrema, ma ci sono piccole cose che vanno riconosciute ai vaccinati, come la quarantena: perché farla se si ha il vaccino?”. In poche parole, sostiene il governatore, “da un lato c’è la tutela di chi è vaccinato, ma dall’altro si introduce indirettamente l’obbligatorietà. Quindi non è solo scelta di sanità pubblica, ma anche etica. Io poi sono contrario a pensare ad esempio a classi diverse a scuola tra vaccinati e non vaccinati: è una forma di ghettizzazione”.
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IN VENETO 500 POSITIVI IN 48 ORE: “MA NON C’È IL RISCHIO DI ZONA GIALLA”
Il Veneto ha messo insieme circa 500 positivi nelle ultime 48 ore. Ma “al momento non c’è rischio zona gialla”. Lo garantisce il governatore Luca Zaia. Oggi sono 261 i nuovi positivi su 27.465 tamponi, per un’incidenza pari allo 0,95%. Nelle ultime 48 ore sono circa 500 i positivi, a conti fatti. Restano invariati invece i ricoveri: 249, di cui 16 in terapia intensiva. Si conta infine un nuovo decesso, per un totale di 11.624 vittime. “Al momento non c’è rischio di zona gialla, i parametri sono praticamente a zero- afferma Zaia- va incentivata la campagna dei tamponi, ma va anche ritarato il parametro dell’incidenza. Non puoi dire a una persona di correre e poi multarlo per eccesso di velocità. Altrimenti ci mettiamo a riposo e facciamo solo quello che dice la legge: oggi abbiamo fatto 27.000 tamponi, ne dovevamo fare 7.500”.
Zaia rilancia dunque il suo appello perché “a livello nazionale si faccia in modo che il parametro del numero di positivi su 100.000 abitanti a settimana venga depotenziato per il passaggio di fascia. Rischia di essere controproducente- mette in guardia il presidente- non si fanno più tamponi così. Bisogna andare a cercare il dato vero, che è quello dell’ospedalizzazione. Dobbiamo ritarare questa roba”. Secondo Zaia, “dobbiamo essere proporzionali in base allo scenario che abbiamo davanti. Vorremmo evitare di arrivare a chiudere ancora”. Il presidente segnala del resto che “la correlazione tra positivi e ricoveri è di gran lunga inferiore rispetto alle altre ondate. Ed è fondamentale andare avanti coi tamponi: siamo i primi in Italia. Abbiamo voluto mantenere aperti i punti tampone con accesso libero, perché tutti possano fruirne anche in maniera preventiva per una festa o una cerimonia. E so che i ragazzi hanno colto il mio appello”.
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